Fanghi: sono stata inserita nel tavolo per gestire l’emergenza
“Finalmente il tavolo per gestire l’emergenza, non possiamo perdere altro tempo”
“Il tempo stringe, non possiamo permetterci di aspettare oltre: i cittadini lombardi rischiano di pagare maggiori costi di smaltimento dei fanghi da depurazione, se non verranno assunti provvedimenti urgenti da parte del Governo che continua a considerarla un’emergenza”.
A lanciare l’allarme è Patrizia Baffi che oggi, è stata inserita ufficialmente nel tavolo istituito dalle commissioni Ambiente e Agricoltura per affrontare la situazione di emergenza che in Lombardia coinvolge i gestori degli impianti di depurazione, i quali, alla luce della sentenza del Tar, si trovano a non disporre di sbocchi immediati per il recupero e lo smaltimento dei fanghi.
“si ponga fine alla gestione in emergenza”
“Il nostro appello è stato finalmente accolto e la prima seduta sarà convocata per giovedì prossimo – fa sapere Baffi – si tratta di un tavolo permanente che dovrà elaborare, a breve termine, una soluzione per porre fine alla gestione in emergenza prevista dal decreto regionale con un limite di tre mesi e, a seguire, proposte di soluzioni strategiche di lungo periodo”.
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il rischio è l’incremento dei costi fino a 40 milioni di euro”
“Abbiamo appreso giorni fa dalla stampa, dallo stesso presidente di Sal Antonio Redondi, che, nonostante l’emergenza, non saranno aumentate le tariffe – spiega il consigliere – ma se questo stato di cose dovesse perdurare, ci potrebbe essere un incremento dei costi di ritiro e smaltimento che, a livello regionale e su scala annuale, potrebbe variare dai 30 ai 40 milioni di euro”.
“Il primo intervento che auspichiamo nel più breve tempo possibile è l’approvazione da parte del Governo del decreto ministeriale di cui per ora è stato solo approvato il parere favorevole in Conferenza Stato-Regioni lo scorso primo agosto” conclude Baffi, ricordando che nello stesso decreto ministeriale il limite previsto per il parametro idrocarburi è ridotto del 50% rispetto al valore definito dalla delibera annullata dal TAR.
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