Rifiuti urbani

Pubblicato da Patrizia Baffi il

Incenerimento soprattutto al nord

Dal rapporto rifiuti urbani di Ispra si evince che l’incenerimento in Italia registra una riduzione del 3% tra il 2016 e il 2017 (passando da 5.403.862 a 5.266.779 tonnellate) anche in considerazione della riduzione riscontrata nella produzione dei rifiuti, ma quote considerevoli vengono trattate in impianti di incenerimento localizzati al Nord: il 70% dei rifiuti viene trattato nel Nord Italia, l’11% al Centro e quasi il 19% al Sud.

Nel 2017 sul territorio nazionale risultano operativi 39 impianti di incenerimento che trattano rifiuti urbani (2 in meno rispetto alla rilevazione del 2016) di cui 13 impianti dislocati in Lombardia, dove viene incenerito il 34,2% del totale nazionale di rifiuti urbani prodotti.

Le regioni del Nord Italia, sia per le numerose dotazioni impiantistiche di cui dispongono, sia per la forte azione svolta nello sviluppo della raccolta differenziata dei rifiuti urbani e per le azioni promosse dai produttori di rifiuti industriali, sempre più attenti a ridurre la quantità di rifiuti prodotti dai vari cicli produttivi, sono di fatto divenute il recapito di molti rifiuti prodotti in altre aree del Paese anche molto distanti dai luoghi di smaltimento/recupero.

In Lombardia vengono raccolti e trattati quindi rifiuti provenienti da altre regioni senza alcuna regimazione di sorta, a fronte di una completa liberalizzazione del settore, non essendo mai stati istituiti gli Ambiti Territoriali Ottimali per la gestione dei rifiuti (a differenza di quanto invece è stato fatto per il servizio idrico integrato).

L’unico deterrente messo in campo per mitigare il fenomeno dell’imponente quantità di rifiuti importati da altre regioni risulta essere  l’inasprimento della cosiddetta ecotassa regionale per la deposizione in discarica, che non ha prodotto però alcun effetto deterrente.

Nello scorso mese di dicembre il Consiglio regionale si è espresso all’unanimità chiedendo un impegno del Governo affinché tutte le Regioni italiane raggiungano l’autosufficienza per la gestione dell’intera filiera del rifiuto urbano e dei rifiuti decadenti dal trattamento dello stesso, anche attraverso la realizzazione di impianti e con l’introduzione di forme incentivanti l’autosufficienza regionale e disincentivanti il conferimento fuori regione.

Per giungere poi al superamento dell’attuale articolo 35, del cosiddetto decreto “Sblocca Italia”, inserito nel 2014  per far fronte all’emergenza rifiuti di alcune ragioni del Sud e che prevedeva la presa in carico dei rifiuti da altre Regioni. 

Potrebbe essere opportuna  anche una verifica del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti vigente, al fine di valutarne l’adeguatezza in relazione alle criticità emergenti riguardanti in particolare lo stoccaggio ed il trattamento di materie plastiche e di materie prime e seconde, oltre a valutare la possibilità di individuare per la gestione dei rifiuti, Ambiti Territoriali Ottimali a scala provinciale, che consentano una più efficace e puntuale gestione del servizio oltre che un maggiore controllo.


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