“Fuga” dagli ambulatori del lodigiano

Pubblicato da Patrizia Baffi il

Nei giorni scorsi ho richiesto, all’assessorato welfare della Regione, i dati relativi alla mobilità sanitaria passiva dei cittadini del lodigiano.

Si tratta di sapere quanti lodigiani si rivolgono a strutture fuori dalla regione per le proprie esigenze sanitarie.

dati_mobilità_sanitaria_passiva

La risposta non si è fatta attendere: di seguito una tabella esplicativa in cui sono riportate le prestazioni di ricovero e di specialistica ambulatoriale erogate a cittadini residenti nella provincia di Lodi negli anni 2016-2017-2018.

Per una facilità di lettura è stata introdotta una suddivisione tra regione Emilia-Romagna e tutte le altre regioni.

Prestazioni e importi non sono riferiti al numero di residenti che ne hanno usufruito, ma al totale degli accessi.

“per ridurre le liste di attesa in Emilia-Romagna hanno introdotto un sistema che funziona”

Riporto di seguito una piccola rassegna stampa delle pagine de “Il Cittadino” di Lodi, con il relativo articolo online.

cittadino-27-giugno-mobilita-passiva

Emerge il problema delle liste d’attesa e dall’altro quella della mancanza di gestione della medicina territoriale. C’è bisogno di questo, anche per evitare il continuo accesso in Pronto soccorso.

Per ridurre le liste d’attesa in Emilia Romagna hanno applicato un sistema che funziona. Quando in un determinato settore si superano i tempi stabiliti, viene bloccata l’attività intramoenia. Solo quando le liste d’attesa rientrano nei tempi previsti l’attività privata può riprendere.

Le fughe non sono per i ricoveri ospedalieri, ma per l’ambulatoriale: la medicina territoriale per far fronte ai numerosi pazienti cronici va rinforzata


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