Edifici scolastici sicuri
Baffi “Appello al governo condiviso, ma regione intervento a sostegno dei piccoli comuni”
Quali investimenti la Giunta regionale intende stanziare affinché la programmazione regionale in materia di edilizia scolastica possa essere realizzata? E qual è la dotazione finanziaria da destinare con la finalità di soddisfare un obiettivo espressamente dichiarato nel Programma regionale di sviluppo per promuovere la sicurezza e l’innovazione nelle strutture scolastiche lombarde
“Molti i problemi ancora aperti: sicurezza, igiene e la presenza di barriere architettoniche”
“Volevamo anche sapere come la Giunta intenda operare riguardo all’assenza delle necessarie certificazioni in numerosi edifici scolastici della regione: abbiamo problemi con l’adeguamento alle norme di sicurezza, con l’igiene, con l’eliminazione delle barriere architettoniche – spiega Patrizia Baffi, consigliere regionale del Pd –. Abbiamo anche chiesto se sia intenzione di Regione Lombardia avviare, d’intesa con enti locali, Anci e Upl, un piano di programmazione e investimenti volto a raggiungere la totale copertura del possesso dei certificati di collaudo statico, di prevenzione incendi, di agibilità e abitabilità al fine di assicurare un patrimonio edilizio sicuro ed efficiente”.
Baffi fa sapere che “l’assessore regionale all’Istruzione Rizzoli ha detto che se vogliamo avere tutti gli edifici certificati e a norma servono investimenti da parte del Governo centrale. E ha invitato l’Aula a fare fronte comune per avere più risorse che permettano una programmazione triennale per la Lombardia – fa sapere Baffi –. In generale, accogliamo con favore l’appello al Governo, ma, pur se il compito di intervenire è dello Stato e dei Comuni, abbiamo anche chiesto alla Regione di aiutare quelli più piccoli che non riescono finanziariamente a intervenire”.
Nel contempo, secondo il consigliere PD, “sarebbe importante tornare a una governance tipo quella prevista da Italia Sicura. Perché se è vero che sotto un certo numero di studenti alcuni interventi non sono obbligatori, siamo altrettanto convinti che invece si debbano fare tutti sia nella scuola del piccolo paese, che negli istituti della grande città”.
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