Progetti territoriali di prevenzione della depressione

Pubblicato da Patrizia Baffi il


Baffi (Italia Viva): “Sostenere progetti territoriali per evitare che l’isolamento da Covid-19 accresca il fenomeno della depressione”

Dobbiamo valorizzare e premiare i progetti promossi da enti locali e terzo settore volti ad evitare che l’isolamento e la convergenza di altri fattori psicologici caratteristici di questo particolare momento caratterizzato da una persistente fase di pandemia, dipendenti dal distanziamento sociale, dai drammatici lutti e dalla crisi economica con conseguente aumento della disoccupazione, accrescano il fenomeno della depressione nella nostra regione e nel nostro paese” dichiara il Consigliere Regionale di Italia Viva, Patrizia Baffi, a margine della seduta di Commissione Sanità in cui si è tenuta l’audizione della Fondazione Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere) sul tema.

L’isolamento sociale dovuto alla pandemia da Coronavirus ha portato ad un aumento di disturbi quali ansia e depressione, tanto che l’OMS parla di un’emergenza Covid-19 che riguarda anche la salute mentale” evidenzia Patrizia Baffi “In Lombardia, la regione più colpita dalla pandemia, si stimano 450.000 casi di cui oltre 150.000 colpiti da depressione maggiore, la forma più grave e invalidante della malattia, a cui potrebbero aggiungersi nei prossimi mesi altri 11.000 casi“.

Ringrazio la Fondazione Onda per aver portato in luce la rilevanza e la diffusione del fenomeno” prosegue l’esponente di Italia Viva “e per aver presentato con l’occasione il Manifesto “Uscire dall’ombra della depressione” realizzato con il patrocinio della SIP (Società Italiana di Psichiatria) e della SINFP (Società Italiana di Neuropsicofarmacologia) che riporta una call to action collettiva per promuovere efficaci azioni di prevenzione mirata, un tempestivo e facilitato accesso ai percorsi di diagnosi e cura, per contrastare una patologia che interferisce pesantemente con la qualità e la quantità di vita del paziente, favorendo malattie metaboliche e cardiovascolari, e che comporta anche un enorme drenaggio di risorse non solo umane, ma anche socio-economiche in virtù dei costi diretti e soprattutto indiretti correlati alla perdita di produttività da parte di chi ne soffre e dei caregiver. Un tema importante su cui avremo modo nei prossimi mesi di riflettere e di fare proposte più strutturali per favorire il potenziamento delle reti dei servizi territoriali e l’implementazione dei percorsi di cura, anche in occasione della revisione della L.R. 23/2015.

“Nell’immediatezza invito le istituzioni e le fondazioni a sostenere sin d’ora i progetti locali messi in campo per combattere la depressione causata dall’isolamento e da altri fattori legati alla fase di pandemia, favorendone la massima diffusione” conclude.

Le stime epidemiologiche pubblicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità attestano che la depressione è classificata già oggi come la prima causa di disabilità a livello globale. Anche in Europa il problema è grave: si stima che più di 35 milioni di cittadini, in tutte le fasce di età, vivano con la depressione. In Italia, tale patologia ha una prevalenza di circa il 5,5% della popolazione, ovvero circa 3,5 milioni di pazienti, di cui oltre 2 milioni di donne, queste ultime particolarmente esposte, direttamente e come caregiver. Un fenomeno, quello della depressione, presumibilmente destinato ad aumentare. 


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